Chirurgia delle palpebre
Alcuni dei trattamenti chirurgici che lo studio oculistico dei Dott.i Brunetti e Massaioli esegue a livello delle palpebre sono:
L’entropion della palpebra è una malposizione palpebrale caratterizzata da una rotazione verso l’interno del bordo palpebrale. Può verificarsi sia a carico della palpebra superiore (meno frequentemente), sia di quella inferiore.
L’entropion della palpebra inferiore può essere involutivo o senile, congenito, cicatriziale o spastico. La forma di entropion involutiva o senile, legata quindi all’età, è di gran lunga quella più frequente.
Nel momento in cui il bordo della palpebra inferiore ruota verso l’interno dell’occhio, le ciglia vanno a contatto con la superficie oculare e con la cornea. Questo causa bruciore, irritazione, dolore, sensazione di corpo estraneo e lacrimazione fino alla formazione di abrasioni che possono diventare vere e proprie ulcere corneali con conseguente rischio di perdita dell’integrità anatomica dell’occhio.
L’unica soluzione all’entropion palpebrale consiste nell’intervento chirurgico. Quest’ultimo si svolge in anestesia locale, è ambulatoriale (viene effettuato in una vera e propria sala operatoria, ma non richiede alcun ricovero ospedaliero) e dura circa 40 minuti.
L’ectropion della palpebra è una malposizione palpebrale caratterizzata da una rotazione verso l’esterno del bordo palpebrale. Può verificarsi sia a carico della palpebra superiore che di quella inferiore (quest’ultimo più frequente).
Vi sono diverse cause alla base dell’ectropion della palpebra inferiore e, tra queste, la più comune, è quella involutiva o senile, cioè legata all’età.
Poiché lo scopo delle palpebre è principalmente quello di protezione dell’occhio, in caso di ectropion, la rotazione all’esterno del bordo della palpebra fa sì che la parte inferiore dell’occhio non sia più protetta e risulti così esposta all’aria. Questo causa bruciore, arrossamento, fastidio, secrezione e lacrimazione.
L’unica soluzione all’ectropion palpebrale consiste nell’intervento chirurgico. Quest’ultimo si svolge in anestesia locale, è ambulatoriale (viene effettuato in una vera e propria sala operatoria, ma non richiede alcun ricovero ospedaliero) e dura circa 30 minuti.
Con gli anni la tonicità dei tessuti e la forma delle palpebre tendono a cambiare e l’esposizione al sole e fattori ereditari predisponenti possono contribuire a rendere lo sguardo più vecchio e stanco.
Nel caso della palpebra superiore si può, quindi, verificare la blefarocalasi superiore (o dermatocalasi palpebrale superiore), mentre a livello della palpebra inferiore si possono formare le borse inferiori.
La blefarocalasi superiore è caratterizzata da una lassità dei tessuti della palpebra superiore che determina un cedimento ed un allungamento della pelle che può raggiungere ed oltrepassare il bordo della palpebra superiore stessa.
Il trattamento chirurgico della blefarocalasi superiore e delle borse inferiori prende il nome di blefaroplastica (superiore o inferiore in base alla palpebra su cui si interviene).
Si definisce ptosi palpebrale l’abbassamento di una o entrambe le palpebre superiori.
La ptosi palpebrale può essere di vari tipi: congenita (cioè presente già alla nascita), miogenica (dovuta a problemi muscolari), neurogena (legata a difetti di innervazione del muscolo che eleva la palpebra), aponeurotica (dovuta ad un danno del tendine del muscolo che eleva la palpebra), meccanica (cioè dipende da una lesione della palpebra che ne determina l’abbassamento). La forma più frequente è quella aponeurotica ed è di solito legata all’età.
Le pseudoptosi sono quelle condizioni che simulano un abbassamento palpebrale superiore, pur in presenza di una palpebra anatomicamente e funzionalmente integra: enoftalmo (cioè un bulbo che tende a rientrare), dermatocalasi (cioè un eccesso di cute della palpebra che scavalca il bordo palpebrale facendolo apparire abbassato), malposizioni del bulbo oculare.
Il trattamento dipende dal tipo di ptosi palpebrale.Nella maggioranza dei casi un intervento chirurgico atto a sollevare e riposizionare i muscoli palpebrali è la soluzione ideale per risolvere in modo duraturo il problema.
Il calazio palpebrale è un’infiammazione di una ghiandola di Meibomio. Le ghiandole di Meibomio sono presenti nello spessore delle palpebre e producono una sostanza oleosa, che è uno dei componenti del film lacrimale. Quando uno o più dotti escretori di queste ghiandole si occludono, il secreto non riesce ad uscire e si accumula all’interno del dotto stesso determinando uno stato infiammatorio.
Il calazio ha solitamente un esordio acuto con gonfiore, arrossamento e spesso dolore della palpebra che, in un primo momento, può sembrare diffuso, per poi localizzarsi e circoscriversi in corrispondenza della ghiandola interessata. Una volta superata la fase acuta, solitamente il calazio diventa cronico e si presenta come un rigonfiamento tondeggiante visibile e palpabile nello spessore della palpebra, in assenza di fenomeni infiammatori.
Nella fase acuta è utile eseguire impacchi di acqua calda e l’applicazione di una terapia topica. Il calazio può andare incontro a remissione spontanea nel giro di qualche mese. Nei casi resistenti si può asportare chirurgicamente.